Powered by GraphicArt digital advertising

mercoledì 16 ottobre 2013

Port’Alba dice addio alla libreria Guida. Chiusura dopo un secolo di attività.


NAPOLI - Tra poco più di un mese dove da 95 anni c’è stato l’ingresso di Guida a Port’Alba, la libreria di generazioni e generazioni di napoletani, ci saranno quattro porte sbarrate. Guida chiude. E se ne va un pezzo non solo della cultura, e quanta cultura, ma della vita sociale della città.

Chi non è mai andato a comprare un libro, scolastico soprattutto, a pianterreno o nell’ammezzato dello storico palazzetto, alzi mano. Guida a Port’Alba è stato per tutti la porta del libro, la guida del libro. Ma il suo tempo, se non ci sarà un miracolo dell’ultima ora, è finito. Lo conferma con la voce impastata dall’amarezza Mario Guida, 81 anni, tutti passati tra i volumi nuovi e antichi, tra gli autori italiani e stranieri che hanno presentato le proprie opere nella Saletta Rossa. «Andremo via a novembre, al massimo a dicembre» spiega. «Abbiamo tirato avanti finora facendo i salti mortali. Ma nessuno ci ha dato una mano».

Sembra impossibile, ma è così. Tutto è cominciato con la chiusura della gemella del Vomero, a via Merliani. Ma la crisi economica e quella dell’editoria hanno fatto precipitare tutto. E l’annunciato avvento dei libri scolastici digitali ha staccato l’ossigeno. Doveva partire adesso. È stato rinviato di un anno, ma la strada è ormai segnata. In termini tecnici la libreria Guida è fallita. Non è la prima a chiudere a Port’Alba. Qualche tempo fa aveva abbassato le saracinesche anche la libreria Alba. Guida, però, era e resta un simbolo, quasi un sinonimo della strada delle bancarelle, per quanto i due nomi sono legati.


L’abisso si è aperto quando le banche hanno imposto il rientro di una forte cifra per la quale Guida era esposta e ha chiesto il fallimento che è stato giudiziariamente sancito lo scorso marzo. Inutile contare sul valore del palazzo che, essendo dal 1978 vincolato come locale storico è stato valutato un terzo del suo effettivo prezzo di mercato. È stato messo in vendita, ma, permanendo il vincolo, non è appetibile per chi voglia impegnarsi in un’attività commerciale diversa da quella culturale. Dei venti dipendenti ne sono rimasti solo quattro, il resto licenziati e in cassa integrazione.

Da allora si è andati avanti, spiega l’altro fratello e socio della libreria, Geppino Guida, con una nuova ragione sociale «Librinonsolo», ma ora bisogna lasciare i locali. Mario e Geppino hanno anche scritto al presidente Giorgio Napolitano, chiedendo, come estrema ratio, di far togliere il vincolo per poter vendere a un prezzo che consentisse di ripianare il debito e andare avanti. «L’ultima chance» continua Mario «è un intervento del ministro Massimo Bray».

Con il nuovo marchio, «Librinonsolo di Guida» la libreria potrebbe aprire altrove. Ma non è la stessa cosa. Qualche settimana fa, per disfarsi dei libri (molti antichi, testi introvabili, da collezione) sono state inviate delle mail ai clienti più affezionati, offrendoli con il trenta per cento di sconto. «Ma non abbiamo avuto risposte» commenta Geppino. La crisi non è solo dei librai e degli editori, ma pure dei lettori, con le tasche sempre più vuote. Mentre, invece, appena due anni fa, quando chiuse Guida Merliani al Vomero (per un forte aumento, insostenibile, del fitto) e furono messi in vendita i libri con un forte ribasso, ci fu l’assalto.

Quella che si annuncia è la fine di una dinastia che ha fatto la storia dell’editoria e della cultura napoletana del Novecento. Nei tempi d’oro, tra gli anni Settanta e Novanta, solo a Napoli c’erano ben sei librerie Guida: a Port’Alba, a piazza San Domenico Maggiore, a piazza dei Martiri e altre tre al Vomero, tutte appartenenti ai figli di Alfredo Guida e dei suoi due fratelli. Una alla volta sono scomparse tutte. A mantenere l’ultima bandiera è Sergio Guida (che un tempo gestiva la libreria di piazza San Domenico, punto di riferimento degli studenti universitari) con un piccolo esercizio, aperto due settimane fa a Montesanto e chiamato «Papiria». Senza il brand Guida, quindi.

Restano aperte le Guida di Salerno, Benevento e Caserta che sono gestite da cooperative dei dipendenti. E resta la Guida Editori (con la nuova sede a via Bisignano, a Chiaia), il marchio che è passato nelle mani di Diego Guida, nipote di Mario e Geppino, dopo la fine dell’esperienza come assessore comunale. La speranza di tutti è che diventi un seme e non si trasformi in una reliquia.

Fonte: ilMattino.it
Scritto da: Pietro Treccagnoli