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domenica 22 settembre 2013

San Vitaliano: Intervista all'assessore Giovanni Malesci



SAN VITALIANO - Oggi vi proponiamo l’intervista a Giovanni Malesci, una nota figura politica di San Vitaliano che attualmente ricopre l’incarico di assessore ai Lavori Pubblici, Urbanistica, Edilizia Popolare, Agricoltura e Servizi Tecnologici con delega al Piano del Colore. Ci ha parlato della sua esperienza politica, dei risultati conseguiti fino a questo momento e della situazione politica-amministrativa del paese.

Cosa può dirci della politica di San Vitaliano?
“Allora, ho sempre detto che a San Vitaliano l’elettroencefalogramma politico è piatto, nel senso che non c’è più vita di partito, non c’è più un dinamismo di partito né a destra, né a centro, né a sinistra. Per fortuna c’è il PD, con il quale spesso sono in collisione, ma almeno la sua presenza non ci permette di dire che l’elettrocardiogramma sia piatto: siamo in coma, ma non siamo morti da un punto di vista di vitalità politica sanvitalianese. A San Vitaliano, a mio parere, c’è un problema: la destra non riesce ad organizzare un congresso che non consenta di calarne dall’alto il segretario sezionale, pur avendo sempre un grande consenso alle elezioni sovracomunali; a sinistra c’è un’autoreferenzialità di pochi che blocca le buone intenzioni di molti. A San Vitaliano a sinistra possiamo contare partiti e partitini, correnti dei partiti e dei partitini che in realtà, descrivono il perimetro elettorale di Tizio o Caio. C’è poi, una vitalità sociale che non rispecchia assolutamente quella politica. Ciò grazie a GAD, Azione Cattolica, Populorum Progressio, Reset, Associazione culturale frascatolese, Libera e altre. 
Quello che mi rammarica pesantemente è che nei partiti non si fa assolutamente nulla per far riavvicinare i giovani sanvitalianesi ad essi: è come se nelle loro agende non ci fossero. Non faccio riferimento al fatto che non si parli dei giovani, il dramma dei nostri partiti è che non parlano CON i giovani. Dei giovani se ne riempiono la bocca in troppi e ciò è un dramma perché la disaffezione verso il paese è galoppante.
Per questo dico che per i giovani i partiti di San Vitaliano non hanno fatto nulla. Le Amministrazioni comunali si sono sforzate e si sforzano a fare molto e devono sempre fare di più, ma gli stessi giovani devono fare di più. Lo ribadisco: gli stessi giovani devono fare di più! Io, ad esempio, se guardo alle liturgie messe in campo dai giovani nel Forum da quando questo esiste, dico che molti giovani sono più vecchi dei vecchi che loro stesso combattono. A volte rimango allibito da certi atteggiamenti e prese di posizione che sono molto più conservatrici di quelli che assumono gli adulti.

Sia lei che il Sindaco parlate spesso di identità.
Io vedo l’identità sanvitalianese fortemente minacciata e mi ritrovo d’accordo col sindaco Falcone quando dice che è una delle cose da tutelare, insieme anche al comandante dei Carabinieri, al Parroco e alla Dirigenza Scolastica per via dello spostamento di tutte le attività commerciali su via Nazionale, la momentanea assenza del centro parrocchiale che svuota piazza Nicola Tufano, l’istituzione scolastica che è in crisi, la stazione vesuviana che è in completo abbandono. Ecco se facciamo riferimento a quelli che sono i classici punti di riferimento, ovvero la caserma, la parrocchia, i bar, le scuole e la stazione stiamo, come dicono i giovani “a problema”.Però ripeto, sono tutti problemi che sono all’attenzione dell’Amministrazione e che hanno una soluzione per fortuna. Speriamo di riuscire a perseguirle. Noi ci siamo messi subito al lavoro: stiamo già dialogando con la Circumvesuviana per il recupero delle pertinenze della locale stazione; con la Provincia per discutere del destino del Parco Giochi di Via Green, che a vederlo adesso è una scommessa civica persa di cui bisogna prendere atto e trovare una soluzione; con il Dirigente Scolastico per monitorare i problemi che possono venire o dalla didattica o dall’offerta formativa o dall’edilizia scolastica. Siamo attenti sui problemi che ci sono e stiamo studiando soluzioni definitive: è sciocco chi lo nega come è sciocco chi nega o minimizza i problemi che ci sono”.

Riguardo a ciò che ha detto nei giorni scorsi il professore Vincenzo Serpico?
“Allora innanzitutto il professore fa riferimento ad un dualismo tra sindaco e vicesindaco uscenti, cioè tra Falcone e Raimo Pasquale detto Lino, che non esiste. Non è il vicesindaco Pasquale Raimo detto Lino che si è candidato contro Falcone ma suo cugino: si tratta di un’omonimia. Quindi quella che fa il professore Serpico, nei confronti del quale ho grande stima, è un’imprecisione “grave” perché l’assunto e falso dualismo gli permette di lanciare un’ombra troppo grossa sull’Amministrazione Falcone. Ovviamente non condivido affatto la lettura che il professore Serpico fa degli ultimi quinquenni amministrativi. In particolare, c’è l’imprecisione relativa al PUC quando dice che è il mio PUC: io ho sempre detto che è il primo strumento urbanistico approvato con la nuova legge regionale. Si tratta di un vanto che ci possiamo dare non perché Malesci è bravo, ma perché l’Amministrazione comunale fu brava ad essere la prima in tutta la provincia di Napoli a rispettare la legge regionale n.16 del 2004 in tema di urbanistica. E’ un merito che ci ha riconosciuto la Provincia. Poi un’altra imprecisione la troviamo quando mi attribuisce la dichiarazione “il PUC sancisce che San Vitaliano è un paese ex rurale”. Non sono io e neppure il PUC che lo dice ma è la realtà. Cioè noi sul PUC abbiamo l’acronimo di zona agricola (Z.A.) che per essere onesti intellettualmente, starebbe meglio per Zona Abbandonata e non Agricola. Questo è un altro fronte su cui andarci ad impegnare per valorizzare quelle aree, private, di cui si dice tutto e il contrario di tutto. A noi Amministrazione corre l’obbligo di valorizzare quelle aree quanto prima perché vengano messe al servizio dell’ambiente e dei sanvitalianesi.”

E in riferimento all’aumento della popolazione?
Il numero di abitanti a San Vitaliano è cresciuto non per via di un aumento del numero delle nascite, ma perché invece persone provenienti da fuori hanno deciso di cambiare domicilio. Lei è d’accordo con il professor Serpico quando afferma che questo sia un male per San Vitaliano?
“C’è una dinamica demografica che va studiata con molta attenzione e chi fa urbanistica non può non tenerne conto. Noi abbiamo un aumento demografico che è dovuto ai trasferimenti più che al saldo nascita/morte, e questo è vero, ma ciò è conseguenza degli indirizzi provinciali e regionali che chiedevano di sovradimensionare i PUC rispetto ai saldi naturali, per consentire una depressione demografica nelle cosiddette zone rosse, nelle zone a rischio Vesuvio. Quindi questo problema c’è.
Ma c’è anche un altro problema, a mio avviso socialmente rilevante: essendo la maggioranza delle nuove abitazioni di 70 mq, San Vitaliano più che un Comune dormitorio rischia di diventare un “paese di trasferenza”. Mi spiego: la giovane coppia viene ad abitare qui, ci abita fino a quando non ha uno o due bimbi dopodiché i 70 mq iniziano a stare stretti e una casa più grande a San Vitaliano sarebbe troppo costosa. Occorre una politica che consenta a chi giunge a San Vitaliano per la prima volta, di non andar via troppo presto e di radicarvisi. Così San Vitaliano non sarebbe un centro di trasferenza bensì un bel centro di residenza".

Sono stati affissi dei manifesti murari con cui il gruppo consiliare di minoranza si dice, sostanzialmente, contrariato per come avete gestito la nomina delle Commissioni comunali. Vuole replicare?
Certo, non ho nessuna difficoltà. La minoranza si lamenta di non essere stata coinvolta nella costituzione della Commissione Edilizia ed Urbanistica. Ne sono assai sorpreso visto che da maggio hanno sbandierato l’inutilità di queste commissioni. Ne hanno denunciato anche l’inutile costo quando è dal 2006 che i commissari eletti non percepiscono assolutamente nulla.
Si lamenta dei ritardi per l’istituzione della Commissione Casa quando, in Consiglio Comunale, ho ampiamente detto che tale commissione, utilissima, ha un costo per il coinvolgimento di altri Enti ed organizzazioni. Un costo da prevedere in Bilancio e che ad oggi, per le note vicende di carattere nazionale, non abbiamo ancora approvato. Quindi è una lamentela pretestuosa.
Allarmano esasperando i termini della questione “Isola Ecologica”: perché vada in funzione, occorrono due adempimenti, preferibilmente uno consequenziale all’altro. Preferibilmente e non obbligatoriamente: per accelerarne l’apertura, si è fatto prima il secondo passo (approvazione e non sottoscrizione di uno schema di convenzione) e poi la variazione di destinazione urbanistica di un area che è già, come spiegato in Consiglio, di proprietà comunale.
E pertanto, la via scelta dalla maggioranza, per mera opportunità dato che ci sta a cuore aprire l’isola ecologica quanto prima, non crea danni o pericoli a nessuno.Tutti avremmo preferito seguire la consequenzialità logica degli atti, ma data la cogestione dell’isola ecologica con Scisciano che ha già approvato lo schema di convenzione, ci siamo allineati ed avviata la procedura di cambio di destinazione d’uso di un suolo che è già di proprietà comunale. In questo caso, il realismo ci porta a dire che “cambiando l’ordine degli addendi, la somma non cambia” e noi siamo interessati alla somma, non all’ordine degli addendi! Circa la Commissione Trasparenza, tutti la vogliamo e tutti volgiamo cambiarne la struttura prevista. Per questo è stata ritirata. Questo il merito amministrativo rispetto al quale ha preso, ahimè, il sopravvento la forza della dialettica e della contrapposizione avutasi nel corso del dibattito consiliare.


Articolo stritto da: Silvia Giustiniani